giovedì 16 febbraio 2012

Passa la possibilità che il Movimento per la vita entri nelle strutture.

Care democratiche
avete letto  la sentenza del TAR???? fregate!
Il problema, come abbiamo già spiegato, è ,che la Giunta Cota, in barba ad una Legge dello stato sottrae risorse  ai consultorii pubblici, per finanziare un'associazione privata e per farla entrare nelle strutture pubbliche al posto del personale professionale, che mi auguro indipendentemente dalle proprie idee ha il dovere di supportare le donne nelle decisioni da affrontare.
Un'associazione  che propone la salvaguardia della vita del nascituro ha un senso fuori dalle strutture pubbliche dove ha tutta la dignità di fare propaganda, supporto, affiancamento e aiuto alla donna ma nella struttura pubblica non può esserci una persona che, pregiudizialmente fa propaganda .
Tutte le donne sono per la vita, e tutte le donne non hanno il piacere di abortire, tutte le donne hanno diritto di poter scegliere  e poter decidere.
Nel consultorio ci deve essere personale preparato a supportare le donne.
I consultori non sono nati per diventare un abortificio ma una struttura di ascolto, consiglio, supporto psicologico, medico alle donne e agli uomini.
Credo che ,oggi più che mai sia necessario un  rapporto con il consultorio,  un incontro pubblico per chiarire qual'è il compito di un consultorio.
Negli anni passati, abbiamo lottato per avere i consultori e per avere dei luoghi dove le donne potessero rivolgersi per discutere dei loro problemi
negli anni ci siamo battute per debellare la piaga dell'aborto clandestino e perchè una legge dello stato tutelasse le donne, le decisioni  ,facesse prevenzionee ,facesse educazione nelle scuole ai giovani.
Questa Legge è la 194 che, per quanto perfettibile, ha avuto il pregio di rendere pubblico ed evidente il dolore dell'aborto, la sofferenza di una scelta,ma ha insegnato che le donne non hanno sempre bisogno di tutori e sono in grado di prendere delle decisioni che toccano il loro essere più profondo.
Le donne chiedono il ripsetto di loro stesse.

Rita De Lima

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