lunedì 7 novembre 2011

Libro nero sul welfare. “Così si uccidono le politiche sociali e si azzerano i diritti”

Presentato il documento della campagna “I diritti alzano la voce” e di Sbilanciamoci. Particolare attenzione posta alla riduzione dei fondi statali di carattere sociale. “Preoccupa il taglio indiscriminato alle pensioni di invalidità”


ROMA – Presentato questa mattina a Roma il Libro nero sul welfare italiano, uno studio ad opera della campagna “I diritti alzano la voce” e “Sbilanciamoci” su “come il governo italiano – si legge nel sottotitolo – con le manovre economico-finanziarie e la legge delega fiscale e assistenziale sta distruggendo le politiche sociali e azzerando la spesa per i diritti”. Si tratta, nel dettaglio, di un’analisi dell’esistente e di tutta una serie di proposte per difendere e rinnovare il welfare italiano. A proposito dell’analisi dell’esistente, il Libro nero non ha potuto ovviamente sorvolare sulla notevole riduzione degli stanziamenti e in alcuni casi (come quello del Fondo per la non autosufficienza) su un vero e proprio azzeramento di risorse. Si legge: “Molte sono state le misure approvate per diminuire le prestazioni economico-sociali a favore degli invalidi civili e delle persone con disabilità, e per contenere al massimo l’aumento della spesa assistenziale. L’Inps, infatti, ha voluto incidere pesantemente e negativamente anche sulle indennità di invalidità, di frequenza e di accompagnamento, che oggi, alla luce dei tagli sopra riportati, avrebbero potuto ancora rappresentare una forma di sostegno economico da parte dello Stato per quella categoria di soggetti che versano in condizione di fragilità”. 
L’aspetto che desta maggiore preoccupazione è che, “con la scusa della lotta ai falsi invalidi, l’Inps sta di fatto procedendo al taglio indiscriminato delle pensioni d’invalidità, delle indennità mensili di frequenza e delle indennità di accompagnamento, anche nei confronti di coloro che sono nel pieno diritto di goderne. Moltissimi cittadini devono attendere tempi insostenibili per il riconoscimento delle minorazioni civili e delle indennità correlate, a causa dell’inefficienza delle procedure informatiche e della moltiplicazione dei passaggi burocratici; sono obbligati ad ulteriori accertamenti in contrasto con gli obiettivi di semplificazione e di rispetto della dignità della persona, sono costretti ad attendere a lungo i verbali degli accertamenti sanitari e a fare i conti con procedure di pagamento bloccate da tempo e, in generale, incontrano numerosi ostacoli all’esercizio del diritto di accesso alle indennità. Rispetto a quest’ultimo aspetto, non possiamo non denunciare la grave restrizione dei requisiti sanitari per la concessione dell’indennità di accompagnamento, attuata dall’Inps, che reintroduce criteri di assegnazione dell’accompagnamento già bocciati dal Parlamento nel corso dell’approvazione della Legge 30 luglio 2010 n. 122. In sostanza, viene aggirata una decisione del Parlamento sovrano”. 
Tornando ai tagli, il Libro include una tabella con i tagli apportati ai singoli Fondi del sociale e analizza i numeri delle prestazioni e dei destinatari della spesa sociale nel triennio 2006-2008. E proprio in relazione alla distribuzione della spesa tra le diverse aree di assistenza, si evidenzia che la maggior dimensione è stata a favore di minori e famiglia 40,2% a cui seguono anziani al 22,5%, disabili 21,1%, altri interventi per disagio e marginalità 16,2%. Con la spesa indicata sono state erogate milioni di prestazioni, tra cui, per citare le più importanti: 260 mila bambini accolti negli asili nido e servizi per la prima infanzia; 40 mila nuclei familiari e oltre 1 milione di persone singole, sono seguiti dai servizi sociali; 90 mila disabili sono assisti a domicilio e supportati nella scuola e nella formazione professionale; 400 mila anziani sono seguiti a domicilio (250 mila), nelle strutture residenziali e centri diurni (150 mila); 280 mila prestazioni di aiuto a persone appartenenti a fasce di disagio sociale.
Non solo. Secondo gli estensori del Libro nero sul welfare italiano, “le politiche dei tagli lineari in settori delicati come quelli dell’assistenza sociale e sanitaria si pongono a nostro avviso in contrasto con le tre priorità individuate dalla strategia Europa 2020: crescita intelligente (sviluppare un'economia basata sulla conoscenza e sull'innovazione), crescita sostenibile (promuovere un'economia più efficiente sotto il profilo delle risorse, più verde e più competitiva) e crescita inclusiva (promuovere un'economia con un alto tasso di occupazione che favorisca la coesione sociale e territoriale).
Ma dove trovare le risorse? Il documento ha pensato anche a questo.
Innanzitutto con una Tassa patrimoniale.In questa crisi i  ricchi non stanno pagando alcun prezzo – si afferma -. Anzi lo scudo fiscale e  l'allentamento della lotta all'evasione fiscale li hanno ancora di più premiati. Il peso della crisi ricade interamente sulle fasce più povere della popolazione. Proponiamo perciò una tassa patrimoniale del 5 per 1000 sui patrimoni oltre i 500 mila euro. In questo modo potrebbero entrare nelle casse dell'erario una somma intorno ai 10 miliardi e 500 milioni di euro”.
Il Libro nero propone poi di passare alla tassazione delle rendite.Oggi gli interessi sui depositi bancari vengono tassati al 27% - si ricorda -, mentre gli interessi sulle obbligazioni, le plusvalenze e i rendimenti delle gestioni individuali e collettive subiscono un prelievo di appena il 12,5%. E’ possibile portare la tassazione di tutte le rendite al 23%, una soglia che ancora resta allineata con i grandi paesi europei e che non presenta quindi rischi di fughe di capitali. In questo modo sarebbe possibile ottenere almeno 2 miliardi di euro”.
Non solo. Altre fondi potrebbero essere reperiti attraverso il ritiro dall'Afganistan. “Chiediamo il ritiro delle truppe italiane dalla missione in Afghanistan e da tutte quelle missioni internazionali che non abbiano la copertura e il sostegno delle Nazioni Unite. Questa misura farebbe risparmiare 616 milioni di euro alle casse pubbliche”. Sullo stesso solco, si ripete il “no” ai caccia F35-JSF. “La rinuncia a proseguire il programma di costruzione dei cacciabombardieri farebbe risparmiare al nostro paese ben 14 miliardi di euro nei prossimi 16 anni. L'importo per il 2012 è di 583 milioni di euro che quindi proponiamo di tagliare”.
Infine, chiusura dei Cie e convenzioni con le strutture private. In primis proprio la chiusura dei Centri di identificazione e espulsione: “Con i 113 milioni previsti nella legge di bilancio per il 2012 per l'attivazione, la locazione e la gestione di nuovi Cie si potrebbe finanziare un programma nazionale di inclusione sociale”.
Dall’altra parte si propone che si esamini lo stato delle convenzioni con le strutture private, “che costituiscono una grossa fetta della spesa sanitaria e dei suoi sprechi ed abusi”. Sbilanciamoci stima in 1 miliardo di euro il risparmio nelle attività di riordino delle convenzioni con le strutture private.
Quali proposte? 
Innanzitutto, si afferma, non è vero che un autentico welfare universalistico non possa essere sostenibile finanziariamente e non è vero che in Italia si spende troppo per le politiche sociali. Nel documento si ricorda infatti che “al netto della spesa previdenziale, l'Italia ha una spesa inferiore alla media europea per i giovani, i servizi per l'infanzia, la famiglia, la casa, la scuola e per le politiche ‘assistenziali’ in genere. Ed è anche questa una delle cause della crisi (…)”. Inoltre, “un buon sistema di welfare e una buona e economia si sostengono a vicenda. Ecco perché il welfare è un investimento, non una spesa”. Ecco gli interventi proposti.
Introduzione dei Liveas e Fondo nazionale Politiche Sociali. Si propone lo stanziamento di 2 miliardi di euro per il finanziamento del Fondo nazionale per le politiche sociali, l'introduzione dei Liveas (livelli essenziali di assistenza) previsti dalla legge 328 del 2000 e ancora oggi lettera morta.
Fondo per la non autosufficienza. “Oggi il livello delle politiche pubbliche per la non autosufficienza sono a livelli pressoché simbolici. Chiediamo uno stanziamento straordinario di 400 milioni di euro per le politiche pubbliche per la non autosufficienza, nell'ambito della costituzione di fondi regionali”.
Fondo per l'infanzia e asili nido. “Auspichiamo il potenziamento di fondi regionali per l'infanzia ed in particolare si propone uno stanziamento straordinario di 1miliardo di euro per l'avvio di almeno 3 mila asili nido nel 2012”.
Reintroduzione del Reddito minimo di inserimento. Nel Libro nero si chiede la reintroduzione del Reddito minimo d'inserimento per i disoccupati e per chi non gode di altre forme di ammortizzatori sociali. Stima della spesa: 2 miliardi di euro.
Cumulabilità assegno sociale e pensione contributiva. Si propone la cumulabilità tra assegno sociale e pensione contributiva per co.co.co e co.pro nella misura del 90%. Si propone poi una misura che “per almeno i prossimi 10 anni non avrà un effetto sull’aumento di spesa pubblica: il diritto di cumulare per co.pro e co.co.co la pensione sociale e la pensione contributiva che secondo stime (dopo 30 anni di contribuzione ad una retribuzione lorda di 1000 euro al mese) potrebbe non superare l’importo della pensione sociale”.
Da co.pro a dipendenti. Si propone di stanziare un finanziamento di 1 miliardo di euro sotto forma di credito di imposta per le imprese che decidano di trasformare i parasubordinati e i lavoratori a tempo determinato in lavoratori dipendenti (si regolarizzerebbero 250 mila lavoratori precari).
Ammortizzatori per i precari. Si propone di introdurre un fondo di 800 milioni di per garantire un'indennità di disoccupazione di 6 mesi, fino all'80% del compenso per tutti i lavoratori atipici con monocomittenze per periodi di lavoro di almeno un anno. 
In tema di Pari opportunità, il Libro nero chiede poi lo stanziamento di 50 milioni di euro per la costruzione di 100 nuovi centri antiviolenza in tutte le Regioni. Propone poi di rafforzare i servizi della rete territoriale che dà risposte all’emergenza di una donna in difficoltà. La proposta è di stabilire -in accordo con le Regioni- uno stanziamento straordinario di 100 milioni di euro per un piano straordinario di rafforzamento e dello sviluppo dei consultori.
Per il servizio civile nazionale, inoltre, si ricorda come le ultime finanziarie hanno disinvestito nel servizio civile. Si è passati dai 266 milioni di euro del 2008 ai 113 milioni del 2011: un taglio del 60%. “Questo significa che nel 2011 sono solo 16mila i giovani che potranno svolgere un servizio civile utile alla comunità”. La proposta è di portar a 300 milioni di euro gli stanziamenti per il servizio civile. 
In tema di immigrazione, il rapporto dice ‘sì’ al finanziamento di corsi di lingua pubblici e gratuiti (30 milioni di euro) per migliorare le opportunità di inserimento sociale e di partecipazione alla vita pubblica. Si chiedono poi soluzioni abitative dignitose per i rom: “25 milioni di euro potrebbero essere destinati alla predisposizione, anche grazie all'auto-recupero, di abitazioni dignitose che consentano ai rom di abbandonare i campi”. Infine, si ritiene necessario un Sistema nazionale di protezione contro il razzismo, con l’istituzione di un Osservatorio Nazionale contro il Razzismo indipendente dal Governo (destinazione: 20 milioni di euro.
Infine, il diritto alla casa. Innanzitutto si punta sul sostegno sociale all'affitto e per l'edilizia residenziale pubblica. Proposta la costituzione di un fondo straordinario con lo stanziamento di almeno 200 milioni per il sostegno sociale all'affitto per le classi a basso reddito. E da ultimo, si propone di dotare di 300 milioni di euro aggiuntivi il “Fondo Nazionale di sostegno per l’accesso alle abitazioni in locazione”. (Redattore Sociale)

Nessun commento:

Posta un commento